Attacco Man-in-the-Middle (MitM): la guida completa
L’attacco Man-in-the-Middle rappresenta una delle minacce più insidiose nel panorama della sicurezza informatica. In questo tipo di attacco, i cyber criminali si posizionano tra due entità che stanno comunicando, come persone o aziende, senza che nessuna delle due sia consapevole della loro presenza. In questo modo, gli hacker possono ottenere informazioni sensibili come password, numeri di carta di credito o semplicemente spiare le conversazioni senza essere notati.
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Che cos’è un attacco Man-in-the-Middle?
Il termine “Man-in-the-Middle” (MITM), letteralmente “uomo nel mezzo”, si riferisce a un sofisticato attacco informatico che consente a un hacker di intercettare e manipolare la comunicazione tra due utenti senza che questi ultimi ne siano consapevoli. In una normale interazione, gli utenti stabiliscono direttamente una connessione per scambiare dati in modo sicuro. Tuttavia, durante un attacco MITM, questa connessione viene dirottata attraverso un “intermediario”, un criminale informatico, che si frappone tra il client (persona o azienda vittima dell’attacco) e il server o router, intercettando intercetta o modificando il traffico di dati tra le parti coinvolte. Questo tipo di attacco è particolarmente pericoloso poiché può avvenire senza che gli utenti ne sospettino, compromettendo così la sicurezza e la privacy delle loro comunicazioni.
Con gli attacchi man-in-the-middle (MITM) gli hacker cercano di accedere a informazioni sensibili, come dati personali, password e informazioni finanziarie, che possono essere utilizzate per frodi o altri fini illeciti. Inoltre, i cyber criminali possono alterare i dati trasferiti per influenzare decisioni o azioni delle vittime, compromettendo la loro sicurezza e privacy.
Come funziona un attacco Man-in-the-Middle?
L’attacco man-in-the-middle è, come abbiamo detto, una forma sofisticata di intercettazione delle comunicazioni, dove un aggressore si inserisce furtivamente tra due parti che stanno comunicando. Immagina una situazione in cui Alice e Bob cercano di scambiarsi informazioni riservate attraverso una connessione internet non protetta. Un hacker, invisibile a entrambi, riesce a posizionarsi tra i due e a intercettare ogni dato scambiato. Questo può avvenire in vari contesti: su una rete Wi-Fi pubblica non sicura, come quella di un aeroporto, di un hotel o di un ristorante, attraverso un router compromesso o tramite un attacco di phishing che induce le vittime a comunicare con un server controllato dagli hacker.
Una volta che il soggetto che attacca ha accesso al flusso di dati, può non solo raccogliere informazioni sensibili come password o informazioni finanziarie, ma anche alterare i messaggi inviati. Questo tipo di attacco, tra i diversi attacchi informatici, è particolarmente insidioso perché Alice e Bob della nostra storia possono continuare a comunicare senza rendersi conto che un terzo ha messo a rischio la sicurezza e la riservatezza delle loro conversazioni.
Come riconoscere un attacco Man-in-the-Middle?
Riconoscere un attacco Man-in-the-Middle (MITM) non è facile, la sua pericolosità deriva proprio dall’impossibilità, il più delle volte, per le vittime di rendersi conto in tempo di essere state hackerate. Per proteggere i propri dati personali e la propria sicurezza online è cruciale sapere quali sono gli aspetti cui prestare attenzione quando si naviga. Ecco, alcuni di questi:
- Connessioni SSL non affidabili: se il browser segnala che il sito web non è sicuro o mostra un certificato SSL non valido, potrebbe trattarsi di un MITM. Assicurati sempre che l’URL inizi con “https://” e che il simbolo del lucchetto sia presente nella barra degli indirizzi.
- Messaggi di avviso del browser: ricevere avvisi frequenti dal browser riguardo certificati non sicuri o connessioni non protette può essere un segnale di un attacco MITM. I browser, infatti, sono progettati per rilevare e segnalare questo genere di anomalie di sicurezza.
- Connessioni Wi-Fi sospette: le reti Wi-Fi pubbliche non protette o con nomi ambigui, come ad esempio “Free Wi-Fi” o “Public Internet”, potrebbero essere utilizzate da hacker e criminali per intercettare il traffico. Per la loro natura aperta, è praticamente impossibile sapere chi si nasconde dietro un mim.
- Attività di rete insolita: un aumento improvviso e inspiegabile del traffico sui propri dispositivi può indicare una qualche attività criminale o che qualcuno sta intercettando le comunicazioni.
- Reindirizzamenti sospetti: se noti che vieni frequentemente reindirizzato a siti web diversi da quelli che intendevi visitare, potresti essere vittima di un attacco MITM. Questi reindirizzamenti possono essere utilizzati per farti accedere a siti clonati che raccolgono le tue informazioni personali, come password o dati bancari.
- Email di phishing: gli attacchi MITM possono essere combinati con email di phishing per ingannarti a fornire informazioni sensibili. Queste email sembrano provenire da fonti affidabili ma contengono link che ti indirizzano a siti falsi o scaricano malware sul tuo dispositivo.
- Comportamenti anomali nei dispositivi: se il tuo dispositivo inizia a funzionare in modo anomalo e senza un’apparente spiegazione, come l’apertura di finestre popup inaspettate o un calo drastico delle prestazioni, potrebbe essere stato compromesso da un MITM o altro malware.
Tipi di attacchi Man-in-the-Middle
Esistono diverse tipologie di attacchi Man-in-the-Middle (MITM), a secondo delle tecniche utilizzate e degli obiettivi dell’azione criminale. Comprendere i diversi tipi di attacchi MITM è essenziale per adottare le giuste misure di protezione e prevenzione. Esploriamo insieme i principali tipi di attacchi MITM, evidenziando le loro caratteristiche e i metodi utilizzati dai cybercriminali.
IP spoofing
L’IP spoofing è una tecnica di attacco informatico che consiste nell’invio di pacchetti di dati con un indirizzo IP falsificato. Tra i suoi vari utilizzi troviamo il DoS (Denial of Service), il phishing e, appunto, il MITM. L’obiettivo principale dell’IP spoofing è ingannare i sistemi di sicurezza e ottenere accesso non autorizzato a risorse o informazioni sensibili. Gli hacker possono utilizzare questa tecnica per compromettere la sicurezza di una rete o per eseguire altri tipi di attacchi, come l’intercettazione di comunicazioni sensibili. Per eseguire un attacco di IP spoofing, l’hacker utilizza uno strumento (come uno sniffer) per intercettare il traffico di rete e identificare gli indirizzi IP di dispositivi legittimi. Successivamente, il cyber criminale modifica l’header IP dei pacchetti inviati, sostituendo il proprio indirizzo IP con quello di un dispositivo autorizzato sulla rete. In questo modo, i pacchetti sembrano provenire da una fonte attendibile e possono passare attraverso i controlli di sicurezza senza essere rilevati.
DNS spoofing
Il DNS spoofing è una forma di mim in cui un aggressore manipola le risposte del Domain Name System (DNS) per indirizzare gli utenti verso indirizzi IP falsificati. Il DNS è responsabile della traduzione degli URL in indirizzi IP, facilitando così la navigazione web. Quando si inserisce l’indirizzo di un sito nella barra del browser, il browser si connette a un server DNS che traduce l’URL del sito richiesto nel suo indirizzo IP corrispondente. Una volta ottenuta questa associazione, l’URL e l’indirizzo IP vengono memorizzati in una cache locale, consentendo al browser di accedere direttamente all’indirizzo IP nelle visite successive senza dover interrogare nuovamente il server DNS.
Tuttavia, in un attacco di DNS spoofing, un hacker può sfruttare questa cache a proprio vantaggio utilizzando malware sofisticati. L’hacker intercetta il file di cache contenente le coppie URL-IP e lo modifica per associare l’URL di un sito legittimo a un indirizzo IP controllato dall’attaccante. Questo consente all’aggressore di reindirizzare l’utente a un sito web fraudolento o dannoso senza che l’utente se ne accorga.
ARP spoofing
L’ARP Spoofing avviene quando un aggressore invia pacchetti ARP falsificati all’interno di una rete locale. Il protocollo ARP (Address Resolution Protocol) è utilizzato per mappare gli indirizzi IP ai corrispondenti indirizzi MAC dei dispositivi nella stessa rete, consentendo la corretta consegna dei dati. Nell’ARP spoofing, l’attaccante modifica o falsifica i pacchetti ARP per associare il proprio indirizzo MAC a un indirizzo IP legittimo all’interno della cache ARP di un dispositivo o di un router.
Questo tipo di attacco può avere conseguenze gravi sulla sicurezza della rete. Una volta che l’hacker ha modificato con successo la cache ARP di un dispositivo target, può indirizzare il traffico di rete destinato a quel dispositivo a un altro indirizzo IP controllato dall’aggressore. In questo modo, l’hacker può intercettare il traffico di dati sensibili o modificare le informazioni trasmesse senza che gli utenti ne siano consapevoli. L’ARP spoofing non richiede necessariamente competenze avanzate e può essere eseguito utilizzando strumenti software disponibili gratuitamente. Tuttavia, per avviare l’attacco, è essenziale che chi compie l’azione criminale abbia prima ottenuto l’accesso alla rete locale in cui sono presenti i dispositivi che vuole compromettere. Una volta all’interno della rete, l’aggressore può sfruttare l’ARP spoofing per violare la sicurezza della rete e mettere a rischio la privacy e l’integrità delle comunicazioni.
Man in the browser
Un attacco man in the browser si verifica quando un hacker installa un malware all’interno del browser di un utente per intercettare il suo traffico e compromettere la sua sicurezza. Questo tipo di attacco è particolarmente insidioso perché il malware agisce direttamente sul dispositivo dell’utente, manipolando la navigazione web e compromettendo la sicurezza delle informazioni trasmesse.
Il malware utilizzato per gli attacchi man in the browser spesso si presenta come un plugin o un’estensione apparentemente innocua, che l’utente può installare senza sospettare nulla. Una volta installato, il malware può modificare le impostazioni del browser per reindirizzare il traffico verso pagine web specifiche, controllate dall’hacker.
Uno degli aspetti più preoccupanti degli attacchi man in the browser è che il malware spesso evade la rilevazione da parte degli antivirus e degli anti-malware tradizionali. Questo perché il malware può essere progettato per mascherarsi o per autoeliminarsi una volta completato l’attacco, rendendo difficile per gli utenti e per i software di sicurezza rilevare la sua presenza e mitigare il danno.
Wi-Fi sniffing
Il Wi-Fi sniffing è un tipo di attacco diffuso che mira principalmente ai dispositivi mobili. In questo attacco, un hacker crea un hotspot Wi-Fi fittizio che simula quelli forniti da servizi pubblici come bar, ristoranti o hotel. Quando un utente si collega inconsapevolmente a questo hotspot fraudolento, l’hacker può intercettare tutto il traffico di rete generato dai dispositivi connessi.
Durante un attacco di Wi-Fi sniffing, l’hacker è in grado di visualizzare e registrare tutte le comunicazioni non crittografate tra il dispositivo dell’utente e i siti web visitati, inclusi dati sensibili come informazioni di accesso, email, e altri dati personali. In alcuni casi, potrebbe persino riuscire ad accedere alle informazioni contenute direttamente sui dispositivi personali degli utenti collegati all’hotspot compromesso.
Intercettazione dei cookie
L’intercettazione dei cookie mira alla raccolta di informazioni personali degli utenti durante la navigazione su internet. I cookie sono piccoli file utilizzati dai siti web per memorizzare informazioni relative agli utenti, come nomi, password e preferenze di navigazione. Questi dati vengono salvati localmente sui dispositivi degli utenti per migliorare l’esperienza di navigazione e fornire funzionalità personalizzate.
Attraverso l’uso di malware, distribuito attraverso vari metodi, come email di phishing, download di software non sicuri o vulnerabilità non patchate nei browser o nel sistema operativo, un hacker può compromettere la sicurezza dei cookie presenti sul dispositivo dell’utente. Una volta installato sul dispositivo dell’utente, il malware è in grado di intercettare e accedere ai file cookie memorizzati, ottenendo così l’accesso a credenziali per il login su siti web, informazioni finanziarie o altri dati personali che possono essere utilizzati per frodi o furto di identità.
Come proteggersi dagli attacchi Man-in-the-Middle?
Per proteggersi dagli attacchi Man-in-the-Middle esiste una sola strada percorribile: prevenire. Questo perché spesso, quando ci si accorge di esserne stati vittime, è già troppo tardi. Esistono diversi metodi per proteggersi da questo tipo di minacce; alcuni tra i più efficaci includono:
- Usare una VPN: utilizzare una VPN online è il primo e fondamentale metodo da considerare per proteggersi non solo dagli attacchi Man-in-the-Middle, ma anche da una vasta gamma di altre minacce online. Una Virtual Private Network (VPN) permette di crittografare tutti i dati trasmessi e ricevuti, garantendo che anche se un potenziale aggressore riuscisse a intercettarli, non sarebbe in grado di decifrarli. Questa soluzione è estremamente efficace sia per proteggere la propria rete domestica, attraverso l’installazione di una VPN sul router, sia per assicurare la sicurezza durante l’uso di reti pubbliche, mediante l’installazione di una VPN sui dispositivi mobili.
- Proteggere la propria rete domestica: per proteggere efficacemente la propria rete domestica, oltre all’installazione di una VPN, è essenziale adottare ulteriori misure di sicurezza. In primo luogo, è fondamentale assicurarsi che sul router sia installato e attivato un firewall. Il firewall aiuta a monitorare e filtrare il traffico in entrata e in uscita dalla rete, proteggendo così dai tentativi di accesso non autorizzato e da attacchi informatici. Inoltre, è cruciale proteggere la rete Wi-Fi utilizzando una password sicura e complessa. Una password robusta deve essere lunga, contenere una combinazione di lettere maiuscole e minuscole, numeri e caratteri speciali. Evitare di utilizzare password predefinite o facili da indovinare, in modo da impedire a potenziali intrusi di accedere alla rete Wi-Fi e ai dispositivi connessi.
- Visitare solo siti sicuri: per evitare gli attacchi di phishing, che possono eventualmente sfociare in attacchi Man-in-the-Middle, è essenziale assicurarsi di connettersi in modo sicuro ai siti web. È importante verificare che l’accesso avvenga tramite il protocollo HTTPS anziché il semplice HTTP. HTTPS offre una connessione crittografata che protegge i dati scambiati tra il browser dell’utente e il sito web, riducendo il rischio che le informazioni sensibili siano intercettate da terzi. Inoltre, è fondamentale che il sito web utilizzi un certificato SSL o TLS valido e non scaduto. Questi certificati sono utilizzati per autenticare l’identità del sito web e per stabilire una connessione sicura tra il browser dell’utente e il server del sito. La presenza di un’icona di sicurezza (come un lucchetto) accanto all’URL nel browser è segno che la connessione è protetta e che il sito possiede un certificato SSL valido.
- Attivare Threat Protection Pro di NordVPN: alcuni attacchi Man-in-the-Middle sfruttano malware scaricato sui computer degli utenti senza che loro ne siano consapevoli. Oltre a prestare attenzione a non scaricare file da fonti non affidabili, è consigliabile considerare l’utilizzo di Threat Protection Pro, la soluzione di sicurezza offerta da NordVPN. Questo strumento è progettato per rilevare file malevoli e segnalare eventuali link pericolosi, prevenendo così il download di malware dannosi. Inoltre, Threat Protection Pro consente di analizzare i file scaricati prima di eseguirli, fornendo una protezione aggiuntiva contro le minacce informatiche e bloccando il malware prima che possa compromettere il sistema.
- Aggiornare browser, client di posta elettronica e sistema operativo: gli hacker spesso sfruttano vulnerabilità nei sistemi operativi o nelle applicazioni per infettare i computer delle loro vittime e eseguire attacchi. Queste vulnerabilità sono generalmente corrette attraverso patch di aggiornamento, le quali è fondamentale scaricare immediatamente non appena sono disponibili. È quindi essenziale verificare regolarmente che il proprio sistema operativo e le applicazioni utilizzate per la navigazione siano aggiornati all’ultima versione disponibile. Controllare le impostazioni di aggiornamento automatico e abilitare questa opzione può garantire che il software sia sempre protetto dalle ultime minacce e vulnerabilità. Per ridurre ulteriormente il rischio di infezioni è consigliabile cliccare solo su link considerati affidabili e scaricare file da fonti attendibili.
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